Emergenza casa a Roma: i costruttori si appellano a Comune e Regione

Di fronte ai numeri “allarmanti” relativi al disagio abitativo della città, sono i costruttori romani a chiamare a raccolta le istituzioni cittadine. Dopo il convegno sulla ‘rigenerazione urbana’ è ancora l’Acer a invitare al confronto Comune e Regione sul tema delle ‘Politiche dell’abitare a Roma’. L’incontro — scrive Roma Today — si è tenuto presso la sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio di Roma, in piazza di Pietra, al quale hanno preso parte rappresentanti istituzionali di Comune e Regione, il direttore della Caritas di Roma, don Benoni Ambarus, e il direttore generale dell’Ater, Andrea Napoletano. Questi i numeri che hanno dato il via al dibattito: 57 mila famiglie in disagio abitativo; 12 mila in attesa di una casa popolare; oltre 9 mila sfratti emanati ogni anno; 7500 persone senza fissa dimora, 12 mila persone negli stabili occupati. “Grida di dolore” le parole del presidente dell’Acer Nicolò Rebecchini, di fronte alle quali “da anni non si vede un’adeguata reazione delle istituzioni”. Centrale il tema delle risorse, dopo la “fine di fatto della 167 (legge del 1962 in materia di edilizia residenziale pubblica, ndr)”  e quella “della contribuzione Gescal (fondo per la costruzione e l’assegnazione delle case ai lavoratori, ndr)” con le Regioni “che non sono riuscite a mettere in campo nuove risorse”. Dei 1,15 miliardi di euro stanziati tra il 2000 e il 2001 per l’edilizia agevolata e dei 700 milioni di euro per sovvenzionata “restano 50 milioni di euro per la prima e 197 milioni per la seconda, di cui 40 milioni disponibili”.E ancora, ha continuato Rebecchini, “i piani di zona approvati da anni non sono ancora stati attivati”. Sulle occupazioni, invece, “dobbiamo difendere la proprietà ma anche trovare delle soluzioni per le persone sgomberate, anche di carattere temporaneo”. Più in generale, le strade da intraprendere “possono essere tante, dall’individuazione di aree di completamento di territori già urbanizzati, all’utilizzo di patrimonio pubblico non usato fino alla rigenerazione urbana di cui tutti tessono le lodi ma che ancora non ha visto alcun passo avanti”. La proposta avanzata dall’Acer riguarda un intervento di “riqualificazione energetica”, di “manutenzione straordinaria e razionalizzazione delle superfici degli alloggi adeguandole alle esigenze dei cittadini” del complesso di case popolari a Tor Sapienza. Un intervento “a bassissimo impatto economico per la proprietà, circa 4 milioni di euro, grazie all’utilizzo degli incentivi fiscali che consentirà un aumento del 50 per cento del numero degli alloggi, che passano dagli attuali 504 a 760, ed una riduzione del fabbisogno termico annuo del 62 per cento e di quello energetico del 24 per cento”. Complessivamente, altri numeri relativi al progetto, “si avrà una riduzione di CO2 di 1573 tonnellate annue ed un aumento del valore immobiliare del 21 per cento”.

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